In sincronia con il vento e le onde, il canneto rende evidente il movimento delle zone umide, quasi un brivido che scuote questa terra di frontiera e commistione. Dalle canne si dispiegano ali, vibrano canti e si schiudono uova. La stessa protezione è ricercata anche dall’uomo che utilizzava il canneto per costruire casoni e ricavare strame per le stalle.

Il canneto filtra, sopisce, custodisce emozioni e suggestioni. Non grida e esibisce, ma suggerisce e accenna.

Un fiume e una laguna senza canneto sono come un’emozione senza vibrazioni.

Umberto Sarcinelli

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