Il nome del tiglio deriva da una radice indoeuropea, tilia, ripresa dal latino e che ha dato tilleul in francese, tilt in spagnolo, linde in tedesco, lippa in sloveno e linden tree o lime tree in inglese. La stesa radice forma il nome del Tagliamento, il “fiume dei tigli”. Questo albero è particolarmente considerato in tutta l’Europa centro orientale e in passato è stato considerato sacro. I greci conoscevano le proprietà calmanti dei fiori e ne facevano risalire l’uso dai tempi di Cronos, nell’età dell’oro. Conoscevano anche l’uso del libro (la parte fra corteccia e legno) che chiamavano philyra, da cui ricavavano carta, stuoie, montature di corone e ghirlande. La corteccia che resta malleabile per venti o trent’anni contiene fibre tessili che dopo essere state immerse a macerare in acqua venivano separate con la “stigliatura” (pratica poi applicata anche a canapa e lino) per ottenere tessuti grossolani e corde. “Tutte le parti del tiglio sono utili”, scriveva nel 1848 il naturalista francese Pier Louis Ducharte. Infatti il legno serviva per scolpire, le foglie per foraggio per il bestiame, addirittura la linfa veniva usata per produrre uno zucchero e ” per farne cioccolato triturandone i frutti con una parte dei fiori”. E’ importante anche nella farmacopea popolare per le proprietà sedative e leggermente ipnotiche. Il suo alburno contiene sostanze dall’effetto ipotensivo e antispasmodico. Erodoto riferisce nella sue storie che gli sciiti traevano profezie tagliando tre strisce di corteccia arrotolandole e srotolandone tra le dita. Questi sciamani erano considerati “uomo-donna” e da qui trae il carattere femminile del Tiglio. Nella saga dei Nibelunghi dopo aver ucciso il drago Fafnir, custode del tesoro di Odino, Sigfried fa un bagno nel sangue del drago per ottenere l’invulnerabilità, ma una foglia di tiglio si posa tra le sue scapole, creando un punto vulnerabile. Appunto una traccia di femminilità che gli sarà fatale (analogia con il tallone d’Achille). Nei paesi scandinavi il tiglio è un albero totemico e antenato di un clan. Linneo, il celebre naturalista che ideò la classificazione della natura, deve il suo nome proprio al nome del tiglio. Questo albero è anche un attributo gentilizio e fu scelto per i viali che portavano ai castelli e come “alberi della giustizia”. Il tiglio può arrivare a un’età molto vetusta, anche un migliaio di anni e a una circonferenza del tronco fino a 9 metri con altezze che superano i venti. Un albero, insomma di grande valore culturale che ben simboleggia le edizioni Il Tiglio che si propongono di offrire prodotti di qualità, dando sapere, emozione e bellezza.