Non solo la presentazione di un libro, quella di Boschi senza confini, avvenuta nel salone d’onore di palazzo Belgrado sede della Provincia di Udine, ma una vera e propria celebrazione della bellezza e dell’originalità del Friuli attraverso splendide immagini e accattivanti racconti. Con la regia dell’editore Andrea Mascarin e la presenza del presidente della Provincia, Pietro Fontanini, la serata ha visto anche l’esibizione del violinista Nicola Mansutti che ha interpretato il motivo 503 suonato dal famoso violinista Joshua Bell ricordando la particolarità dell’abete rosso di risonanza che cresce nella foresta di Tarvisio. I temi sviluppati nel libro sono stati focalizzati dall’autore dei testi, Umberto Sarcinelli con il naturalista Fabio Perco che hanno toccato vari aspetti, sia culturali che biologici. Il libro, infatti, celebra i boschi del Friuli Venezia Giulia inteso nella sua accezione più ampia del territorio del Patriarcato di Aquileia.

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L’obiettivo di Lucio Tolar ha catturato momenti di grandissima suggestione delle foreste che hanno contribuito alla formazione della civiltà delle genti e che ora ne rappresentano la memoria da custodire e proteggere. Otto boschi raffigurati in splendide immagini di come si presentano adesso e otto racconti che ne colgono aspetti particolari e originali. Tarvisio con i suoi abeti rossi di risonanza è l’eccellenza della lavorazione e dell’arte liutaia. La Carnia offre uno spaccato storico, l’arrivo dei primi sci, nel contesto di un paesaggio di alto valore turistico. Il Cansiglio ricorda il lavoro dei boscaioli e la dominazione di Venezia. La Silva Lupanica ci riporta alle origini del cristianesimo aquileiese e ci invita a proteggere un bene ambientale unico e raro. La foresta di Tarnova ci ricorda le tragiche vicende belliche che si contrappongono alla maestosità e severità della sua natura. I boschi delle Valli del Natisone ritornano all’evidenza di un importante periodo storico, quello dei Longobardi, che consolidò politicamente l’idea della Piccola Patria. Il Carso è un tuffo nella poesia di una natura stupefacente nei suoi colori. Il Monte Nevoso tratta del rapporto fra uomo e animali con una metafora potente come la caccia all’orso. Infine il bosco dell’arte, quello dei sogni e dell’immaginazione, quello della poesia e del sentimento, magistralmente interpretato da Franco Dugo, uno dei più rappresentativi artisti regionali.

Un libro che non celebra retoricamente, ma che invita a riflettere, approfondire, visitare, conservare e amare questi boschi che fanno della nostra regione un posto speciale.